Sull’argomento c’è sempre molta confusione: c’è chi dice 10 anni, chi 5, chi è convinto di doverle conservare per sempre, ci sono i negazionisti che pensano a un complotto della lobby degli impiegati postali. E allora facciamo un po’ di chiarezza.
Innanzitutto, smentendo i negazionisti, diciamo perché si devono conservare, non tanto le bollette, quanto le ricevute di pagamento delle stesse. Il motivo è ovviamente quello di poter dimostrare l’avvenuto pagamento nel caso di contestazione. E no, non basta dire “giurin giurello”, bisogna avere le prove di aver pagato.
Gli anni di conservazione delle bollette cambiano a seconda del tipo di utenza e possono andare da 2 a 10 anni. Non molto tempo fa sono cambiate le disposizioni, quindi occhio alla data della fattura.
A partire dal 2 marzo 2018 la bolletta della luce deve essere conservata per 2 anni, quelle più vecchie per 5 anni. C’è però una complicazione: da luglio 2016 nella bolletta della luce si paga anche il canone Rai, per il quale la legge indica una durata di 10 anni. Quindi, se paghi il canone in bolletta devi conservarla per 10 anni, nel caso dovesse essere contestato il pagamento di questa tassa, altrimenti bastano 2 anni.
Per la bolletta del gas, invece, dal 2 gennaio 2019 la conservazione è portata a 2 anni, invece per quelle pagate prima la durata è di 5 anni.
Ma c’è una soluzione molto pratica e anche molto ecologica: la fatturazione digitale. Ti arriva tutto via email e puoi dire addio a quei faldoni anche burttarelli, diciamoci la verità, dove conservi le bollette.
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