È il caso di un contratto per “utenza domestica” riferito a un cliente che utilizza l’elettricità per alimentare:
i. la sua abitazione, di residenza o meno, e le relative applicazioni; ii. i locali annessi o pertinenti all’abitazione adibiti a studi, uffici, laboratori, gabinetti di consultazione, cantine o garage o a scopi agricoli; iii. i punti di ricarica privata per veicoli elettrici.
Con riferimento alla precedente lettera ii. la classificazione come cliente domestico avviene purché l’utilizzo dell’energia elettrica sia effettuato con unico punto di prelievo per l’abitazione e i locali annessi (un solo POD e un solo contatore) e la potenza disponibile non superi 15 kW. L’ulteriore distinzione tra residenti e non residenti, effettuata in base alla residenza anagrafica del titolare del contratto di fornitura, è rilevante per l’applicazione di alcuni corrispettivi e importi della bolletta (in particolare per una minima parte degli importi relativi alla Spesa per la materia energia, per la parte relativa alla Spesa per il trasporto e la gestione del contatore, alla Spesa per oneri di sistema e per le Imposte).